“il vero psicanalista delle persone è il loro parrucchiere”
Chi è Tony Oliva secondo Tony Oliva
Tony Oliva è una persona umile nel lavoro e nella vita. Sono figlio d'arte; infatti il mio negozio è passato di mano in mano, conoscendo i volti di mia madre
Virginia e della mia prima sorella Gemma. Da piccolo ho sempre visto il mondo della moda come un realtà dove è dovuto apportare un'innovazione, andare
contro i tradizionalismi. Ricordo, infatti, che non mi piaceva vedere persone che uscivano dal nostro negozio omologate, tutt'altro. Di notte pensavo a nuovi tagli
da creare e spesso venivo richiamato da mia madre perchè mi applicavo troppo ai disegni che rispecchiavano volti ovali o rettangolari. Era su quei modelli che
facevo crescere le mie idee. In realtà questo è stato il mio successo, specie negli anni 90, quando la folla si accalcava fuori al mio studio per provare le nuove
tendenze, quelle che gli altri non sapevano offrire.
Quando ti rendi conto di avere questa vocazione?
Conobbi le mie potenzialità quando frequentavo la quarta elementare. Non ero un talento a scuola, ma tutti già conoscevano la mia passione. Ogni volta che mi
domandavano cosa volessi fare da grande, prontamente rispondevo "il parrucchiere", senza indugio. Il professore Nugnes. mi ricordo bene il suo nome, mi chiese
quale potesse essere il taglio più adatto a lui secondo il mio parere proprio nel giorno dell'esame. Aveva giusto qualche capello che accuratamente si attaccava sul
cuoio capelluto, dando vita alla cosiddetta acconciatura "a rivolta". Io lo guardai e gli dissi che un taglio così non gliel'avrei mai consigliato non solo perchè ogni
volta che il vento era forte si creava disordine, ma anche perchè (profetizzando) dopo 20 anni massimo tutti coloro i quali decidevano di portare quel taglio, si
sarebbero ritrovati rasati. La risposta impressionò la commissione e il professore decise di promuovermi senza farmi nessuna domanda scolastica, bensì
dicendomi che ero nato per fare il parrucchiere. E così sia.. (ride, ndr).
Il vero punto di forza di una storia che continua negli anni
Penso che mia madre e mia sorella mi hanno aiutato a crearmi la mia dimensione. Tutti hanno i cosidetti "masti", io ce l'avevo in casa. Loro mi hanno formato in
quanto a contatto con il pubblico e la premura di mia mamma mi è servita molto perchè, soprattutto grazie a lei, oggi sono Tony Oliva.
Mi richiamava spesso, ma lo faceva per il mio bene. Ad un certo punto quasi decisi di non fare più questo lavoro, ma lei riprese il mio cuore per i capelli e mi fece
capire quanto potevo essere legato a questo lavoro. Di lei ricordo i capelli lunghi, cotonati, tipici degli anni trenta.
Era molto femminile e vestiva in nero poichè, a suo parere, il nero ti dava la personalità di un'artista. Io stesso, oggi, amo indossare capi di abbigliamento neri. Le
promisi che avrei continuato sempre e posso dire, dall'alto, sicuramente è orgogliosa di me.
Tale madre, tale figlio. Chi potrebbe essere l'erede al trono di Tony in futuro?
La mia eredità è mio figlio Manuel che a soli 12 anni si è presentato ai campionati mondiali di Paestum, tenutisi il 27 e 28 ottobre 2013, classificandosi in terza
posizione. Una vittoria per me. Sono sicuro che il giorno in cui lo vedrò sul gradino più alto del podio non è così lontano.
Le sue potenzialità sono simili a quelle che avevo io alla sua età e ciò che mi convince maggiormente sona la sua tenacia e la sua voglia di impegnarsi anche quando
tutto sembra andargli storto. Vedo in lui un valido sostituto per il futuro... Peccato non si possa viaggiare nel tempo per vedere se ho ragione!
Credo molto nella sua persona perchè ricorda me da bambino, precoce nelle intenzioni e decisamente più intelligente di me sul lavoro.
Lui segue la linea che nel corso degli anni questa famiglia ha saputo creare portando in alto il cognome Oliva. In questo senso ricordo mia nonna Gemma il cui
arnese per creare le onde temporanee conservo nel mio negozio in esposizione.
Lei era l'emblema della famosa "capera", cioè della parrucchiera che girava nelle case dei nostri concittadini. Fu lei a stabilire che alla sua morta quel "ferro"
sarebbe stato mio. Se lo userò mai? Credo di no, anche se qualche volta l'ho provato su delle cavie.
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